giovedì 22 gennaio 2009

Quando il grazie diventa il nuovo ciao

Un lettore ci segnala un nuovo malcostume:

"Spesso capita di ricevere un messaggio per lavoro o per piacere (in questo secondo caso la cosa è più grave…) in cui qualcuno ti informa di qualcosa, per cui non ti è richiesto di fare nulla.

Ma ecco che il problema si presenta nella chiosa: invece di un semplice “saluti”, “cordiali saluti”, “a presto”, “un abbraccio”, ecco comparire un solitario “grazie” seguito dal nome del mittente…



MA GRAZIE DI CHE????



Oltretutto ringraziare significa in qualche modo porsi in una condizione di superiorità, cosa che in una missiva dovrebbe essere accuratamente evitata (a meno che non lo si voglia sottolineare volutamente…).

Insomma, ringraziamo quando è necessario, ma non sprechiamo i ringraziamenti, merce sempre più rara!"


Il nostro lettore ha ragione: come direbbe la Miranda de il "Diavolo veste prada" il grazie va di moda, è in, è il nuovo ciao.

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